Sostegno alla Matumaimi School

“La scuola della speranza”

Matumaini school of Hope

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La Matumaini school è una scuola speciale situata a Dar es Salaam gestita dall’Esercito della Salvezza; è la più grande scuola per disabili della Tanzania e ospita bambini provenienti da ogni parte del Paese. Gli studenti della Matumaini school sono afflitti da gravi handicap fisici e hanno bisogno di cure mediche specialistiche quali fisioterapia e visite ortopediche nonché di protesi, stampelle e sedie a rotelle.

Gli edifici della scuola sono in stato di forte degrado e hanno un bisogno urgente di essere ristrutturati. I dormitori dove alloggiano i bambini devono essere ridipinti e si rende necessario rifare gli impianti elettrici e idraulici.

La responsabile del sostegno a distanza, Ann Foster, ha chiesto l’aiuto di Harambee per migliorare le condizioni di studio e di vita di questi bambini.

Con il sostegno a distanza di gruppo sarà possibile:

– aiutare globalmente la scuola ad ospitare il maggior numero di bambini in difficoltà;

– garantire loro, oltre all’istruzione e al soddisfacimento dei bisogni primari (cibo, vestiario, materiale scolastico), le cure mediche indispensabili alla loro crescita;

– offrire i mezzi per migliorare la struttura ospitante.

Tutti i bambini riceveranno pari trattamento e si sentiranno ugualmente amati.

La nostra speranza è di poter offrire loro condizioni di vita dignitose ed alleviare le sofferenze derivanti dal loro handicap.

“Sostenere a distanza vuol dire tendere la mano a un bambino da qualche parte nel mondo – un bambino che ha bisogno di sentire che qualcuno si preoccupa per lui.” (Ann Foster)

Leggi la newsletter periodica della Matumaimi School

Natale Harambee

regalonatale.jpgQuest’anno vorremmo dare un significato più profondo, più vero al Natale. Abbiamo pensato di condividere la gioia del dare e del ricevere dei doni con i bimbi che stanno dall’altra parte del mondo… E non solo geograficamente… E’ nata così l’idea di raccogliere FONDI PER UN PROGETTO con un prodotto artigianale il cui significato simbolico viene più che mai esaltato…

Non è prezioso in sé, anche se la materia che lo compone è pietra saponaria e ha fatto un lungo viaggio per arrivare fino a noi dal Kenya dove è stata raccolta e lavorata da mani esperte che l’hanno forgiata, non a caso, a FORMA DI CUORE, ma il suo valore risiede nella testimonianza che reca…

Sarà allegato alla brochure di Harambee e avrà un prezzo simbolico di 10 euro che andranno a finanziare il progetto "L’ALBERO DELLA VITA" (ORFANOTROFIO DI MSIMBAZI IN TANZANIA).

Lo potrete trovare alla Bottega del Mondo di Harambee…. Regalatelo ai vostri amici, ai vostri genitori, ai vostri parenti e a chiunque desideriate donare un gesto d’amore…Fino in fondo!

Natale: audacia di incarnazione e di segno

Natale 2005: oggi, il mondo ‘globalizzato’, oggi più che mai frontiera a favore dell’uomo che ci riguarda e che non smette di convocarci. Natale: Dio nella nostra storia. L’audacia di Dio che deve farsi audacia di incarnazione e di segno; di profezia e di presenza; di testimonianza e di futuro.

"Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà" (Paolo apostolo agli abitanti di Corinto).

Ecco il Natale: Dio, colui che tutto possiede e di tutto è Padrone, nasce in una stalla e viene riscaldato dal soffio degli animali. E poi muore per ognuno di noi. Ci piacciono stagioni concilianti, giustizia combinata per regia del cielo e senza che la nostra collaborazione fosse stata necessaria in termini di volontà e fantasia. Ci piacerebbe un avvenuto arredamento della terra, consono ai nostri ottimi sentimenti in favore del meglio fieramente contro il peggio, che è sempre un guastafeste. Sarebbe tutto così bello, dolce, suadente ed indimenticabile se i poveri che oggi non hanno mangiato, bevuto, abitato, avuto pace e requie, amato e gioito, se questi tali poveri fossero cancellati per decreto della provvidenza. E un bel giorno, alla fine, non se ne parlasse più. Questi poveri che corrompono le ore e i giorni delle Nazioni dalle statistiche d’altura. I poveri, anche quando stazionano in un silenzio sepolcrale, alzano lo strepito. Si può non voler sentire lo strepito e prenderlo volutamente per una somma di guaiti. Si può e si fa. Ma c’è sempre un giorno, forse casuale, forse ricercato, forse messo di traverso sulla strada del vivere e del nostro Natale, che il guaito si evidenzia, prende le ali, tono, forza, e diventa protesta, lamentazione biblica. Accusa, voci puntate, concerto di strazi. Ed è il giorno della vita in cui un uomo deve decidere se tapparsi con le mani i timpani o dire a se stesso: mi coinvolgo, mi ricarico, mi batto, passo all’offensiva. Ecco: solo allora sarà Natale! Ma è solo un’utopia disegnata sulla sabbia, o rinsavimento di qualcuno?

Natale 2005: l’alba del nuovo millennio è segnato vistosamente da bilanci mondiali fallimentari; da analisi spaventose circa povertà, aids e terrorismo. Natale: forse è ora di dichiarare illegittima la ricchezza, fonte e sorgente di mali. Bloccata dai veti e dagli interessi incrociati, è fallita anche l’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite: avrebbe dovuto rappresentare l’inizio della grande riforma; ma alla fine la montagna ha partorito il solito topolino. Così . Come si è dovuto registrare il classico fallimento degli impegni assunti per il nuovo millennio. I dati ci dicono che il divario tra paesi e popoli dell’opulenza a e paesi e popoli della fame continua a crescere e che tutte le ricette messe in atto durante questi ultimi anni e mesi sono fallimentari. Intanto, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale continuano le loro politiche di morte che scindono l’economia della vita. I programmi di aggiustamento strutturale, lungi dall’inserire i paesi che li hanno adottati nel vasto mercato internazionale, provocano impoverimento della popolazione, la fine di ogni servizio sociale e ulteriori forme di dipendenza.

Forse è il caso di incominciare ad andare un poco più in profondità. Forse è tempo di dire che povertà non significa miseria e che, per combattere la miseria, occorre proporre come strada maestra quella della povertà. Povertà infatti, significa avere il necessario per vivere dignitosamente, senza superfluo. Come visse Dio sulla terra. Povertà significa " Natale di Dio tra noi".

fulgenzio.jpgNatale: tempo di abbandonare la frenesia della crescita a tutto campo, della creazione continua e artificiale di ricchezza e di cominciare a vivere in modo nuovo. Natale: Dio nasce in una stalla e gli animali lo riscaldano e i poveri pastori ne danno il primo annuncio!

 Tra poco inizieranno gli addobbi, le luci, le spese e la corsa agli Iper… ed ai Super… e così anche quest’anno, come sempre, decollerà il Natale cristiano…di noi cristiani… ma quando si rinsavirà… quando si inizierà a capire che il Natale è la festa della gratuità e della povertà… di dio che si fa "dono" e "fratello" e che gli angeli nel cielo cantano pace e giustizia?…

Ecco, noi di Harambee facciamo a tutti voi gli auguri di Buon Natale. Un Natale austero e povero di cose, essenziale, ma ricco di pace, di amore e di gioia.

Padre Fulgenzio