Regalami un sorriso

Credo che pochi Paesi registrino le contraddizioni che sono presenti in Messico: accanto all’uomo più ricco del mondo, Carlos Slim, sacche di miseria inimmaginabili, con 44 milioni di abitanti su 110 in condizioni di estrema povertà; accanto alle zone turistiche, alle spiagge famose, alle zone archeologiche di fama mondiale, tuguri subumani.

Anche se non ufficialmente inserito tra i Paesi in via di sviluppo, il Messico presenta una notevole fascia di miseria sommersa che solo ora i governi si sono decisi a riconoscere. I provvedimenti varati a livello federale e dei singoli stati sono insufficienti a coprire le necessità di tanti indigenti che vivono nella precarietà, costretti all’emigrazione o a lavori “in nero”, pesanti e mal retribuiti, senza assistenza sanitaria né per sé né per i figli, e senza diritto alla pensione.
Le iniziative atte a migliorare le condizioni abitative (pavimentazioni in cemento, lamiere per i tetti) sono palliativi che interessano una percentuale minima dei tanti che occupano fatiscenti abitazioni con pareti di fango, prive dei servizi igienici essenziali e spesso infestate da parassiti.

L’istruzione è obbligatoria dall’ultimo anno di scuola materna al termine delle medie, ma l’abbandono scolastico è alto, sia perché le famiglie non sono in grado di sostenere le spese relative, sia perché spesso i genitori, analfabeti, attribuiscono scarso interesse all’istruzione. I bambini che lasciano la scuola vengono illegalmente inseriti nel campo del lavoro, o passano le loro giornate per la strada, sussistendo grazie a piccoli furti, al piccolo spaccio ed alla prostituzione.

Mentre nei centri urbani l’acquedotto fornisce acqua accettabile, nelle periferie e nelle zone rurali l’acqua, oltre ad essere estremamente scarsa per il progressivo abbassamento delle falde freatiche (anche a 500 m. sotto il livello del suolo), proviene da pozzi altamente contaminati sia a livello batteriologico che chimico.

Nella zona in cui operiamo (San Luis de la Paz, Guanajuato, città quasi al centro dell’altipiano e che conta 40.000 abitanti, più 62.000 sparsi in 506 comunità per un raggio di oltre 50 chilometri), sono molti i bambini a rischio, le ragazze madri, gli anziani abbandonati a sé stessi ed in genere le persone con gravi problemi sociali ed economici. La causa va ricercata soprattutto nell’alcolismo generato dalla disperazione e nella forte emigrazione, fattori che creano instabilità dei nuclei familiari ed alto tasso di violenza, soprattutto nei confronti di donne e minori.

Oltre ai molteplici problemi legati alla situazione sociale, si deve costantemente lottare contro i problemi generati dalla struttura fisica della zona e dal clima. Tra i più gravi, quello della fluorosi.
In alcune aree dell’America e dell’Asia, la costituzione geologica del substrato roccioso fa sì che le acque siano particolarmente ricche di fluoro. Nel caso specifico della zona nella quale operiamo, la sua concentrazione raggiunge i 9,7 mg/l, contro l’1,5 mg/l ammesso dall’O.M.S.
Se in piccole dosi questa sostanza sembra favorire la resistenza dello smalto all’azione corrosiva degli acidi alimentari, già l’assunzione di 1,6 mg al giorno è sconsigliata, mentre dosi superiori a 2 mg al giorno (dose calcolata per l’adulto) ha effetti disastrosi.

L’azione del fluoro è infatti subdola, poiché si accumula nell’organismo, lo “inganna” sostituendosi al calcio e dà origine, già in età fetale, al classico quadro della fluorosi:

– decalcificazione ossea, con tendenza alle fratture e difficoltà di recupero
– corrosione dello smalto dentale (con predisposizione alla carie) e successivo sgretolamento dei denti

Denti

Recenti studi condotti anche dal chimico Giorgio Petrucci dell’Università di Firenze hanno dimostrato che, essendo il fluoro un neurotossico, la sua assunzione prolungata attraverso il consumo di acqua contaminata riduce il quoziente intellettivo e causa turbe del comportamento. A questi rischi sono maggiormente esposte le popolazioni più povere, non solo perché obbligate a consumare abitualmente acqua contaminata, ma anche perché i lavori pesanti e l’esposizione al sole aumentano la quantità di acqua assunta nel corso della giornata.

I danni causati dall’eccesso di fluoro sono irreversibili, anche quando si rende possibile un miglioramento nella qualità dell’acqua consumata.

La salvaguardia della funzionalità dei denti nei bambini è possibile, sia provvedendo tempestivamente alla cura delle carie (che presentano un’incidenza tripla rispetto a zone con acqua libera da fluoruri), sia asportando la parte corrosa dalla fluorosi per sostituirla con resina, o, nei casi più gravi, provvedendo all’incapsulazione dei denti.”

La responsabile
Delfina Acerboni

delfina acerboni


“Harambee intende raccogliere fondi che consentano ai bambini di riacquistare il sorriso attraverso l’intervento di dentisti locali. Il costo dell’operazione è stimato in 200 euro per ciascun bimbo”

Terza Conferenza HARAMBEE

14 aprile 2007 – terza Conferenza HARAMBEE

“ L’Africa in Pista – La via africana allo sviluppo ”
… il nuovo saggio di Jean-Lèonard Touadi …

E’ stato ancora lui il protagonista della terza conferenza organizzata da Harambee. E’ stato ancora lui a tenere i nostri occhi puntati sul suo viso intelligente, con l’orecchio teso nell’ascolto delle sue parole, semplici e profonde a un tempo. E’ stato ancora lui a catalizzare la nostra attenzione e a fornire gli spunti per la nostra riflessione.
Parliamo del nostro Amico (ormai possiamo ben dirlo!) Jean-Léonard Touadi, che quest’anno ha presentato, in occasione delle nostra conferenza, il suo ultimo saggio, un’attenta e interdisciplinare analisi della ragioni del mancato sviluppo del continente africano e del fallimento del sogno dell’indipendenza dei suoi stati.

Accanto a lui sedeva di buon diritto Padre Fulgenzio, nostro Presidente Onorario, che ha introdotto il giornalista africano attraverso il racconto di alcuni aneddoti appartenenti alla storia della loro amicizia: dal giorno in cui si conobbero presso il Villaggio Africano di Calcinate a quello in cui Touadì gli “requisì” il computer, mentre si trovava in visita a Dar Es Salaam, per scrivere le ultime righe di questo libro.

Non è mancato neppure il contributo del nostro Presidente, che ha presentato alla platea la nostra Associazione e ha concluso i lavori con una domanda scottante: come possiamo noi occidentali liberarci dal senso di superiorità che ci accompagna nei rapporti con gli africani?
La risposta di Touadi è sempre nella stessa direzione: fare cultura, cooperare nell’umiltà del reciproco ascolto, svincolarsi dalla logica aberrante che induce a vedere la mano che riceve sempre sotto la mano che dà.

Gloria, Touadi e Fulgenzio

Ed è ciò che noi di Harambee ci ripromettiamo quotidianamente di fare con il nostro lavoro.

Locatelli Brunella